Reati informatici
Disciplina di recente sviluppo normativo e giurisprudenziale, il c.d. cybercrime, ovvero il diritto penale dell’informatica, riveste oggi sempre più importanza a causa del sempre maggiore utilizzo delle più svariate tecnologie nei rapporti – personali e lavorativi – di tutti i giorni. Dall’indebito accesso ed utilizzo di profili personali online (si pensi a chi si appropria dell’identità di taluno su un social network) alle vere e proprie frodi telematiche, questa materia è sconosciuta ai più nonostante il continuo incremento della “sfera” di diritti e libertà digitali dell’individuo. Dato l’inevitabile aumento delle contestazioni relative a queste tipologie di reati, è spesso necessario munirsi di professionisti particolarmente esperti della materia che da soli, o con l’ausilio di un tecnico specializzato, riescano a far comprendere ai Giudicanti le effettive responsabilità delle persone coinvolte.
Diffamazione
Si tratta di un reato trattato con grande frequenza dai Tribunali, il quale tende a ledere l’onore di un soggetto sotto due profili: da un punto di vista soggettivo, aggredisce il sentimento e l'idea che ciascuno ha di sé; dal punto di vista oggettivo lede il rispetto e la stima di cui ciascuno gode presso il gruppo sociale a cui appartiene. Affinché tale reato si perfezioni, è necessaria la coesistenza dell’offesa all'onore o al decoro (più precisamente: alla reputazione personale) di un soggetto, la comunicazione con più persone ed, infine, l'assenza – in quel preciso istante – della persona offesa. Sovente, il reato di diffamazione viene commesso con il mezzo della stampa, sia cartacea che digitale.
Diritto Penale Minorile
Il processo penale minorile si differenzia dal procedimento ordinario in quanto improntato su principi quali la minima offensività del rito – si pensi a quanto un processo possa incidere negativamente su una persona di minore età – nonché di adeguatezza della sanzione e di de-stigmatizzazione dell’imputato. Il regime carcerario viene considerato residuale rispetto ad una serie di misure alternative, prima tra tutti la c.d. messa alla prova sotto la vigilanza dei servizi sociali. Nonostante, però, tutte le tutele riservate all’imputato minorenne, si tratta comunque di un processo che, spesso, incide su tutta la vita dei giovani; occorre perciò una particolare preparazione ed una grande dovizia se si desidera ridurre al minimo – o addirittura eliminare – le conseguenze delle “bravate” messe in atto.
Responsabilità Penale Societaria
Sebbene la stessa Carta Costituzionale ponga, tra i più fermi principi, la personalità della responsabilità penale, con l’entrata in vigore del D. Lgs. 231/2001 (“Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica”) si è creata un’intera disciplina volta a stabilire se una società possa rispondere dell’operato dei soggetti in posizione apicale. Conseguentemente, vengono previsti i c.d. modelli di organizzazione e di controllo, ovvero documenti – oggi imprescindibili – necessari per delimitare il potere di ciascun soggetto attivo all’interno dell’ente e per vigilare sul suo operato. Questi modelli sono oggi talmente importanti che la loro mancanza comporta, per l’ente negligente, pesantissime sanzioni che, pur pecuniarie, trovano un fondamento di natura penale.
Stalking
Il reato di stalking (nel Codice: “Atti persecutori”), introdotto nel 2009, è stato specificamente previsto per prevenire e punire reiterate condotte minacciose e moleste che potrebbero, ad esempio, degenerare in violenza sessuale. Il sistema sanzionatorio stabilisce delle aggravanti se il fatto è commesso dall’ex partner o nei confronti di minori, donne in gravidanza o persone disabili. Di grande rilevanza, poi, è l’introduzione del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima o da persona a questa legata da relazioni affettive, misura studiata “ad hoc” sul modello americano del c.d. restraining order. Tuttavia, l’abuso del sistema introdotto a tutela (principalmente) delle donne – ma con applicazione ovviamente universale – può portare a gravi conseguenze che, nella maggior parte dei casi, potrebbero essere evitate per mezzo dell’intervento di un legale esperto della materia.
Responsabilità medica ed infortunistica
A prescindere dall’ottenimento del mero risarcimento economico (magari molto sostanzioso) di natura prettamente civile, spesso accade di trovarsi colpiti da casi di malasanità e di doversi tutelare sollecitando l’azione penale al fine di limitare, per quanto possibile, episodi analoghi o peggiori. D’altra parte però può accadere che, nonostante la perfetta esecuzione dell’intervento e la compliance alle linee guida generalmente praticate, un paziente particolarmente accanito denunci comunque il medico, con enormi ripercussioni sull’onore, sulla professionalità e sull’attività lavorativa di quest’ultimo. La materia della responsabilità medica è particolarmente delicata, sovente basata su delicatissimi equilibri, purtroppo oggi tendenti alla c.d. medicina difensiva. Attinente alla materia è altresì la branca dell’infortunistica, spesso confluente nei reati di lesioni colpose o di omicidio colposo, talvolta causati da gravissime disattenzioni del lavoratore, altre volte da serie negligenze del datore di lavoro il quale non ha predisposto misure idonee ed adeguate alla tutela della salute e della vita dei propri dipendenti.